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mercoledì, ottobre 31, 2007

Some say.....



Alcuni dicono che
quando è detta,
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere.

domenica, ottobre 28, 2007


E crescendo impari...

che la felicità non e' quella delle grandi cose.

Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...

La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente...non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose.......e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.

E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.

E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...

E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.

E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
Cancello il " pensiero " scritto in precedenza e trascrivo il seguente, " V.C.O. " sono certa che capirà :


La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria....

sabato, ottobre 27, 2007


" Ho disegnato, ma non ero capace di colorare senza sbavare lungo i bordi.-
Ho comperato una chitarra, ma avevo paura che le corde mi tagliassero le dita.-
Ho aperto gli occhi e qualcosa dentro di me si è mosso.-
Ho pensato, ho pensato, ho pensato tanto.-
E quella cosa che avevo liberato è ritornata indietro e mi ha invasa.-
Uccidendomi.- "

giovedì, ottobre 25, 2007


Se non mi avessero legato le mani

dietro la schiena,

non avrei mai provato

a grattarmi il petto col mento.

Se non avessi mai provato

a grattarmi il petto col mento,

non mi sarebbero mai caduti gli occhiali.

Se non mi fossero mai caduti gli occhiali,

continuerei a vedere le sbarre.....

domenica, ottobre 21, 2007


Quando sento la parola "fuga"
il mio sangue scorre piu' veloce,
sorge in me improvvisa la speranza
e son pronta a volare.

Quando sento dire di prigioni
distrutte da soldati,
come un bambino scuoto le mie sbarre
invano, ancora invano.

sabato, ottobre 20, 2007




C'è un altro cielo,
sempre sereno e bello,
e c'è un'altra luce del sole,
sebbene sia buio là -
non badare alle foreste disseccate,
Austin,
non badare ai campi silenziosi -
qui è la piccola foresta
la cui foglia è sempre verde -
qui è un giardino più luminoso -
dove il gelo non è mai stato,
tra i suoi fiori mai appassiti
odo la luminosa ape ronzare,
ti prego, Fratello mio,
vieni nel mio giardino !
..................

giovedì, ottobre 18, 2007


Io abito la possibilità
una casa più bella della prosa
con tante finestre in più
e porte migliori.
Ha stanze come cedri
dove lo sguardo non può penetrare
e per tetto sterminato
la volta del cielo.
La frequenta la gente più amabile.
Così vi passo il tempo:
" spalanco le mie piccole mani per colmarle di paradiso."


E. Dickinson

domenica, ottobre 14, 2007

venerdì, ottobre 12, 2007

giovedì, ottobre 11, 2007

martedì, ottobre 09, 2007


Nell'attimo esatto in cui la locomotiva mi prese alle spalle, mi colpì in pieno il senso dell'aver atteso tutta la vita un treno già passato.....

lunedì, ottobre 08, 2007

giovedì, ottobre 04, 2007

Se solo Meucci avesse potuto immaginare....

Giornata passata quasi completamente al telefono....
...2 palle..........telefono fisso, cordless, cellulare, veramente non se nè può proprio più....




Washington, dopo 113 anni la Camera riabilita l’immigrato fiorentino:
non aveva i soldi per pagare il brevetto.-


WASHINGTON - Ci sono voluti 113 anni, ma adesso è ufficiale:
l’ inventore del telefono non è Alexander Graham Bell, come continuano a insegnare i libri di testo delle scuole, bensì Antonio Meucci, l'immigrato fiorentino che morì in povertà a New York nel 1889 dopo essere stato defraudato del brevetto.-
Lo ha decretato per acclamazione la Camera a Washington, su iniziativa del deputato italo-americano Vito Fossella : «La Camera - dice la risoluzione - intende dare riconoscimento alla vita e alle conquiste di Meucci, prendendo atto del lavoro da lui svolto nell’ invenzione del telefono».- Dopo la riabilitazione di Sacco e Vanzetti, i due anarchici ingiustamente condannati a morte per terrorismo negli Anni Venti, è un altro trionfo, peraltro ancora più tardivo, per la generazione degli immigrati italiani che furono spesso vittime di pregiudizi e discriminazione.-
La motivazione della Camera apre uno squarcio straordinario su uno dei capitoli più vergognosi del business americano, e riassume l'odissea dello sfortunato fiorentino nella terra promessa.- Rileva che, arrivato a New York, «Meucci continuò a lavorare senza posa a un progetto avviato all'Avana a Cuba, un'invenzione che chiamò teletrofono, basato sulle comunicazioni elettroniche»; e che nella sua casa di Staten Island «allestì un collegamento permanente tra il laboratorio nello scantinato e la stanza della moglie, che soffriva di un'artrite deformante, al secondo piano».-
La motivazione aggiunge che «avendo dato fondo ai risparmi, Meucci non poté commercializzare l'invenzione, pur avendone fornita una dimostrazione nel 1860 e avendola pubblicata sul giornale italiano di New York».-
La povertà e la scarsa conoscenza dell'inglese e del mondo degli affari, prosegue la Camera, «impedirono a Meucci, che viveva ormai dell'assistenza sociale, di finanziare il processo del brevetto, costringendolo a limitarsi a una notifica nel 1871».-
L'inventore consegnò alcuni prototipi alla Western Union, la società dei telegrafi, ma questa disse di averli persi, e gli rifiutò i soldi per rinnovare la notifica nel 1874.-
In questo modo, due anni dopo la Western ottenne il brevetto, attribuendo l'invenzione a Bell, che aveva lavorato sui prototipi di Meucci. Indignata, la comunità italiana fece quadrato attorno all'immigrato fiorentino, e dopo un decennio ottenne l'intervento del governo.-
«Il 13 gennaio 1887», conclude la motivazione «il brevetto di Bell venne annullato per frode e dichiarazione del falso, annullamento poi sancito dalla Corte suprema».-
Ma Meucci morì nel 1889 e il brevetto Bell, che scadeva nel 1893, non fu più contestato.-
Giubilante, il deputato Fossella, dello stato di New York, ha dichiarato che «si è finalmente fatta giustizia» e ha attribuito parte del merito alla direttrice del Museo Garibaldi-Meucci di Staten Island, Emily Gear.-
La Gear, una giovane combattiva, studiosa di storia, lamenta che ancora oggi «molti immigrati negli Usa siano condannati al fallimento».-
Ha rilanciato il piccolo museo, da un secolo dedicato ai due personaggi che divennero intimi amici a Long Island, dove Giuseppe Garibaldi, da lei definito «il George Washington italiano» visse per un paio d'anni lavorando nella fabbrica di candele di Meucci.-
Nella parte di Meucci c'è il teletrofono da lui sperimentato per la prima volta nel 1849, quando Alexander Graham Bell, sottolinea la Gear, aveva appena due anni. -