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venerdì, settembre 25, 2015

domenica, settembre 20, 2015

Damien Echols... la luce dopo il buio...

E' uscito in Italia il libro denuncia di un innocente che ha passato 18 anni nel braccio della morte, finchè alcune star, tra cui Johnny Depp, non sono riuscite a cambiare un copione che sembrava già scritto.

La recenzione di Federico Rampini. 08.03.2013:
New York. Non mi è mai successo: per quest’intervista ho il trac. Una certa apprensione, un senso d’inquietudine e disagio che sale all’avvicinarsi dell’appuntamento. Ne ho fatte tante ormai, anche avventurose o strane. Questa però è la prima volta che intervisto uno uscito dal braccio della morte. Un condannato alla pena capitale per l’efferata uccisione di tre bambini. Che si è fatto 18 anni in carcere nell’attesa dell’esecuzione. Pestato dalle guardie, o sbattuto in cella d’isolamento, o circondato da altri condannati a morte spesso completamente impazziti. Mi rassicura un fatto: lui è innocente. Nel liberarlo, meno di due anni fa, lo Stato dell’Arkansas ha “implicitamente” riconosciuto che non aveva commesso il fatto. La sua storia è feroce, la sua sopravvivenza un vero miracolo.
A 38 anni, Damien Echols è scampato a un orrendo errore giudiziario, che ne ha fatto una “cavia”per tutte le perversioni, la ferocia del sistema carcerario americano. Lui viene arrestato nel 1993 nell’Arkansas, accusato con altri due ragazzi dell’omicidio di tre bambini. Per la polizia di West Memphis – che ricorda l’ottusa crudeltà di alcune scene del film Easy Rider - lui è il bersaglio ideale. White trash, spazzatura bianca, Echols viene da una famiglia poverissima del profondo Sud, marginali condannati alla disperazione (da bambino cresce in mezzo agli alcolisti, in una capanna senza luce né acqua corrente). In più è un eccentrico, solitario e dal carattere cupo, veste alla moda dark, s’interessa di occultismo e musica heavy metal.
In un clima di isteria collettiva, tra false testimonianze e “prove” inverosimili, i suoi due compagni sono condannati all’ergastolo. Lui si merita la pena capitale perché considerato il capo del gruppo, soprannominato i tre di West Memphis. La condanna di Echols attira l’attenzione di alcuni artisti: il musicista Eddie Vedder dei Pearl Jam, l’attore Johnny Depp, il regista del Signore degli anelli Peter Jackson.
Nasce un movimento per ottenere la revisione del processo, due documentari ricostruiscono l’ingiustizia (Paradise Lost del 1996, West of Memphis presentato al festival Sundance l’anno scorso). Lui resiste convertendosi al buddismo zen, sposandosi in carcere con Lorri. Leggendo. Scrivendo: questo libro affascinante, Il buio dietro di me ( uscito in Italia da Einaudi, pp. 300, euro 18,00 ). Dove c’è la sua storia e molto di più: una denuncia implacabile dell’universo penitenziario; una magica testimonianza della sua voglia di vivere. Ed eccolo qui, davanti a me. Che sollievo. Appena varca la soglia di casa mia mi rilasso. Damien Echols, incredibilmente, sembra un uomo sereno. Le ferite che la vita gli ha inflitto e che racconta nel libro, non ne hanno fatto un prigioniero. Tutt’altro. C’è qualcosa di entusiasmante in questa storia.
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