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domenica, marzo 09, 2008

Ingrid Betancourt

Le prime pagine

Giungla colombiana
mercoledì 24 ottobre ore 8 e 34
...in un mattino piovoso, come la mia anima...

Mia piccola mamma cara e adorata, ogni giorno mi alzo e ringrazio Dio perché ho te.
Ogni giorno apro gli occhi alle 4 e mi preparo, in modo da essere ben sveglia quando ascolterò i messaggi della trasmissione "La carrilera de las 5".
Ascoltare la sua voce, sentire il tuo amore, la tua tenerezza, la tua fiducia, il tuo impegno per non lasciarmi sola, ecco la mia speranza quotidiana.
Ogni giorno chiedo a Dio di benedirti, di proteggerti e di consentirmi in futuro di restituirti tutto questo, di trattarti come una regina, accanto a me, perché non sopporto l'idea di trovarmi di nuovo lontana da te.
Qui la giungla è molto fitta, i raggi del sole vi penetrano a fatica.
Ma è soprattutto un deserto di affetti, di solidarietà, di tenerezza, ed è per questo che la tua voce è il cordone ombelicale che mi lega alla vita.
Sogno di abbracciarti così forte da rimanere incrostata a te.
Sogno di poterti dire: «Mamma, mamita, non piangerai mai più per me, né in questa vita e neppure nell'altra».
Ho chiesto a Dio che mi consenta un giorno di provarti tutto quello che tu significhi per me, di poterti proteggere e di non lasciarti mai più sola, nemmeno un secondo.
Nei miei progetti di vita, se un giorno ritroverò la Libertà, mamita, voglio che tu pensi di vivere con noi, o con me.
Mai più messaggi, mai più telefonate, mai più distanza, nemmeno un metro ci deve separare, perché io so che tutti quanti possono vivere senza di me, ma non tu.
Mi nutro ogni giorno della speranza che staremo insieme, e vedremo che Dio ci mostrerà la strada e ci organizzeremo.
Ma la prima cosa che ti voglio dire è che senza di te non sarei riuscita a resistere fino a ora.
Ogni giorno tchiedi della mia vita.
So che Pinchao ti ha già dato molti dettagli, e lo benedico e lo ringrazio perché ti ha raccontato tutto.
Provo una grande ammirazione per Pinchao.
La sua impresa è stata eroica.
Un giorno, se Dio lo vuole, l'abbraccerò forte, una cosa che non ho potuto fare quando è evaso dal campo.
Aiutalo, per quanto ti è possibile, soprattutto se si trova costretto a chiedere asilo.
Digli che gli voglio molto bene e che ho pregato Dio affinché riuscisse nella sua impresa.
Bhe', dopo l'evasione di Pinchao le nostre condizioni sono peggiorate.
Le regole sono diventate ancora più severe, e per me è terribile.
Mi hanno separato da quelli con cui mi capivo meglio, quelli con cui avevo delle affinità, e mi hanno messo in un gruppo umanamente molto difficile.
© 2008, Garzanti Libri "Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli". -
Ingrid Betancourt

L’autrice Ingrid Betancourt, nata nel 1961, di nazionalità francese e colombiana, è stata deputato e poi senatore in Colombia, dove ha condotto una lotta incessante e coraggiosa contro la corruzione e i narcotrafficanti.
È stata rapita dalle FARC nel 2002, quando era candidata alla presidenza della Repubblica. Prima di ricevere questa lettera, la famiglia non aveva sue notizie né prove della sua esistenza in vita dall’estate del 2003.-

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by giorno26 ღ