La leggerezza - dicono - è il dono di un breve distacco dalle cose, ma appena appena, come un camminare lieve sulle punte: sono quei dieci centimetri in più che danno tutta un'altra prospettiva.
C'è chi nasce con questo dono.
Però si può anche imparare, dicono, il distacco lieve.
Che non è vacuità, tutt'altro: si nutre di consapevolezza e di ironia.
Il segreto stà tutto nella misura: di più trabocca sarcasmo, sottintende un giudizio.
L'ironia, invece, è empatica.
Leggera.
Ogni tanto capita che qualcuno ci sfiori, ormai librato nell'aria, felice: staccata l'ombra da terra, ha trovato la sua dimensione in qualche nuova religione, in qualche nuovo amore.
È diventato un uccello, un angelo, un folle (magari solo temporaneo): attorno a sé muove una brezza gentile come una carezza.
Perché chi ha il dono della leggerezza lo regala a quelli " di sotto ", che lo guardano un po' ammirati un po' invidiosi, col naso all'insù.
Il fatto è che ce ne sono pochi in giro. E' che a noi, del mondo " di sotto ", piacerebbe averne intorno di più.
Potremmo andarli a trovare ogni tanto e tornare a casa col cuore leggero e il cappotto pieno di piume.
Ma qualche volta può succedere: un flash, un'intuizione.
Ci si trova un attimo sulla soglia tra il mondo " di sopra " e quello " di sotto ", si riesce a percepire che " di là " le stesse cose cambiano colore e consistenza.
Perché la leggerezza ha una sua fisionomia, ma è morbida e si lascia attraversare.
E' sorella delle nuvole ma non è in balia del vento.
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by giorno26 ღ