Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo che và da un polo all'altro,
ringrazio qualunque Dio esista
per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa del caso
non ho arretrato né ho gridato d'angoscia.
Sotto la scure della sorte
il mio capo sanguina ma non si piega.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore dell'ombra,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto pieno di castighi il destino.
Io sono il padrone della mia sorte:
io sono il capitano della mia anima.
William Ernest Henley
Curiosità:
Invictus è una poesia scritta dal poeta inglese William Ernest Henley ( 1849-1903 ).
Il titolo proviene dal latino e significa " invitto ", ossia " mai sconfitto ".
Fù composta nel 1875 e pubblicata per la prima volta nel 1888 nel Book of Verses ( "Libro di Versi" ) di Henley, dov'era la quarta di una serie di poesie intitolate Life and Death - Echoes ( "Vita e Morte - Echi ").
In origine non recava un titolo: le prime stampe contenevano solo la dedica A R.T.H.B., un riferimento a Robert Thomas Hamilton Bruce (1846–1899), un affermato mercante di farina e fornaio scozzese che era anche un mecenate letterario.
Il titolo Invictus fù aggiunto dallo scrittore e critico letterario Arthur Quiller-Couch quando incluse la poesia nella sua fondamentale antologia della poesia inglese, The Oxford Book Of English Verse nel 1900.
I have very mixed feelings about this poem, mainly because I think it gives a false sense of security... By this I mean that one might think that they direct their own destiny more than they really do. We are the masters of our fate & the captains of our souls in the sense that we can choose Who to follow. Once that is established,the path is set. I'm not sure what I'm writing is making sense. I'm not that great with words.
RispondiEliminaAwwwwww!
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