Tra proteste e polemiche, varata la nuova direttiva Ue sulla sperimentazione animale.
Ammessa, in casi particolari, su cani e gatti randagi e scimpanzé.
Ogni anno 12 milioni di animali utilizzati per esperimenti scientifici..
RANDAGI NEL MIRINO
Secondo le ultime stime regionali che risalgono al 2008 il numero dei cani senza padrone è di circa 75.000 unità (1 milione secondo la Lav) di cui solo un terzo sarebbe ospitata nei canili rifugio. A questi si aggiungono 1,3 milioni di gatti, e oltre 70mila animali maltrattati.
La legge approvata:
Direttiva del Parlamento europeo sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientificiLa protesta corre sul web.
Contro la legge, tra gli altri, Margherita Hack
La nuova direttiva europea sull'utilizzo degli animali per fini scientifici è stata approvata e và a sostituire le precedenti disposizioni, in vigore dal 1986.
Il testo finale approvato a Strasburgo ha sollevato numerose polemiche: 40 euro-deputati hanno abbandonato l'Aula e la reazione di protesta degli animalisti è stata immediata.Michela Kuan, responsabile nazionale Lav sostiene che il testo approvato sia deludente, soprattutto con i progressi scientifici e l'affermarsi dei metodi alternativi all'uso di animali.
Ancora più dura la posizione della Lega AntiVivisezionista (Leal), che denuncia: " è una legge a misura di vivisettore, che non obbliga a utilizzare i metodi sostitutivi ai test con gli animali neppure laddove esistono ".
L'associazione la segnala di tutte le concessioni ai laboratori scientifici con riferimento agli articoli del nuovo testo di legge, elencando pratiche degne della mente di Hannibal Lecter.
Tra i punti più controversi del provvedimento, vi è l'apertura alla sperimentazione su cani e gatti randagi, se lo scopo scientifico non è raggiungibile altrimenti (art. 11); la deroga nell'uso di primati non umani (scimmie antropomorfe, art. 55); la sperimentazione senza anestesia o analgesici se i ricercatori lo ritengono opportuno (art. 14).
Ciò che preoccupa maggiormente i paladini dei diritti degli animali è il fatto che la nuova normativa, rischia di essere ancora più violenta: la precisazione che gli esperimenti coinvolgeranno un minor numero di animali non deve illudere gli zoofili, poiché il testo specifica anche che l'esperimento sulla stessa cavia si può ripetere più volte, se l'intensità è "moderata".
Ogni anno in Europa vengono utilizzati 12 milioni di animali per finalità di ricerca.
Una statistica che non tiene conto delle specie invertebrate e degli animali uccisi per utilizzare tessuti e organi.
Nel nostro Paese, l'obbligo a recepire la norma europea potrebbe peggiorare la situazione di numerosi mammiferi domestici, a meno che non sia interpretata in forma più restrittiva mantenendo, i paletti attualmente in vigore in Italia, dove la legge sulla vivisezione è più rigida.
Tra le righe della nuova normativa c'è chi intravede l'influenza della lobby delle multinazionali del farmaco, che avrebbero esercitato pressioni per aprire delle scappatoie in un testo di legge concepito con l'intenzione di ridurre la sofferenza delle cavie e di rafforzare i controlli sui laboratori
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